Quali sono le novità in materia normativa?
Negli ultimi tre anni la diffusione del Welfare Aziendale è stata favorita attraverso l’approvazione di diverse norme introdotte per incentivare l’utilizzo dei benefit, ampliandone i confini o per sostenere formule organizzative allineate ai bisogni di conciliazione tra vita e lavoro, il tutto in un’ottica sostanzialmente collegata all’obiettivo di un auspicabile recupero di produttività.
Le novità sono molte e possiamo ricordarne almeno tre:
- la contrattabilità di tutti i servizi di Welfare all’interno delle imprese e la loro accessibilità anche tramite strumenti innovativi come i Welfare Voucher;
- l’ampliamento del menu dei servizi defiscalizzati;
- la possibilità di “welfarizzare” i premi di risultato.
Su cosa deve agire l’azienda perché il Welfare Aziendale colga nel segno?
Se un’azienda intende avviare un programma di Welfare Aziendale che davvero colga nel segno deve considerare l’essenziale necessità di formare i lavoratori anche su tali tematiche perché, in questo modo, si dimostra il rilievo e l’attenzione che l’azienda pone sulle politiche di sostegno e di risposta ai bisogni dei suoi collaboratori. Due temi su tutti: la previdenza complementare e la sanità integrativa, incluse le polizze LTC (Long Term Care).
Dipendenti più consapevoli di questi ed altri aspetti valoriali del Welfare Aziendale e al di là dei soli benefici economici, saranno ancora più grati alla propria azienda le cui policy di Welfare, a qual punto, avranno saputo generare maggiori effetti di reciprocità in grado di reiterarsi nel tempo e quindi di contribuire alla sostenibilità, anche finanziaria, degli interventi di Welfare Aziendale.
Welfare Aziendale significa intervenire e fornire servizi utili a migliorare la vita dei dipendenti nelle sue diverse fasi al fine di ottimizzare il clima aziendale, diminuendo l’assenteismo e il turnover e aumentando la collaborazione e la qualità del lavoro.
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